L’identità di committenti e finanziatori, durante il Medioevo, poteva essere ricordata tramite iscrizioni, stemmi araldici, elementi simbolici o ritratti più o meno stereotipati posti sulla stessa opera commissionata/donata. Visto il tenore prevalentemente religioso e devozionale delle produzioni artistiche del tempo, lo scopo principale di tali forme di rappresentazione dei committenti/donatori era quello di stimolare gli spettatori/fruitori dell’opera a pregare a favore delle loro anime al fine di conseguire il Regno dei Cieli; ma, in tal modo, si voleva anche celebrare il loro prestigio all’interno della società del tempo. Il presente itinerario vuole porre l’accento sulle identità di coloro che promossero la produzione artistica lucana durante i secoli del Medioevo ed evidenziare le modalità con cui essi lasciarono traccia di sé nelle stesse opere commissionate e le finalità per cui vi si fecero rappresentare.