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Federico II di Svevia imperatore , re di Sicilia e Gerusalemme. re dei Romani

Nacque il 26dic. 1194, due giorni dopo che il padre, l’imperatore Enrico VI di Svevia, era stato incoronato a Palermo re di Sicilia, a Jesi nelle Marche (provincia di Ancona), dove la madre, la quarantenne imperatrice Costanza, figlia postuma di Ruggero Il di Sicilia, si era fermata quando il marito aveva intrapreso la sua seconda, vittoriosa, spedizione per la conquista dei Regno. Il fanciullo riunì nella sua persona l’eredità di due dinastie che solo nell’XI secolo erano salite al vertice della nobiltà europea: gli Svevi, ai quali il legame matrimoniale con la casa imperiale salica aveva aperto la via all’Impero, e il casato normanno degli Altavilla, i quali nel 1130 avevano fondato in Italia meridionale la più giovane monarchia del continente. Grazie ai nonni, l’imperatore Federico I Barbarossa e il re di Sicilia Ruggero II, F. poteva vantare legami di parentela con famiglie principesche e nobili di tutta Europa. Che Costanza pensasse di chiamare Costantino l’erede del trono di Sicilia e del Sacro Romano Impero è tramandato solo da fonti posteriori. La scelta del nome, come è testimoniata nel 1195, si orientò in realtà verso quelli dei nonni, Federico e Ruggero, e alla fine prevalse quello del nonno paterno. Quando Costanza, nella primavera 1195, partì verso Bari e Palermo per assumere la reggenza del Regno dopo la partenza di Enrico VI, affidò il figlio alla cura della duchessa di Spoleto, consorte del duca tedesco Corrado di Urslingen, residente a Foligno. La duchessa, la cui famiglia d’origine ci è ignota, allevò F. e nel 1196 predispose anche il suo battesimo, che, contrariamente ai desideri di Enrico VI, il quale avrebbe voluto che fosse celebrato dal papa, ebbe luogo ad Assisi (Schaller). La nascita dell’erede della dinastia spinse Enrico VI a nuove iniziative per consolidare le sorti del suo vasto dominio. Il progetto di trasformare l’Impero in una monarchia ereditaria doveva assimilare la successione imperiale a quella sul trono di Sicilia, ma il piano fallì per l’opposizione dei principi tedeschi e del papa Celestino III. I primi tuttavia nel dicembre 1196 elessero F., che si trovava sempre in Italia, re di Germania. Enrico VI a questo punto, dopo aver regolato il problema della successione, avrebbe dovuto essere in grado di intraprendere la prevista crociata, ma nel settembre 1197 morì a Messina, dove aveva sedato una nuova pericolosa rivolta. Il sistema della successione che era riuscito a costruire non riuscì comunque a scongiurare lo scoppio delle tensioni prodotte dalla sua instancabile politica condotta su vari fronti. Mentre il fratello di Enrico VI, il duca Filippo di Tuscia, che avrebbe dovuto condurre l’erede al trono F. da Foligno in Germania, alla notizia della morte di Enrico VI rientrò anticipatamente, i conti Pietro da Celano e Berardo da Loreto, su ordine dell’imperatrice Costanza, poche settimane dopo portarono F. nel Regno. Già nel dicembre 1197 F. si trovava a Messina. Con il consenso del nuovo papa Innocenzo III, Costanza il 17 maggio 1198 fece incoronare il figlio re di Sicilia. Il fatto che dopo questa investitura il titolo di re dei Romani, fino ad allora attribuito a F., non e più riportato nei documenti prova che Costanza non rivendicò più i diritti che spettavano al figlio in base all’elezione del 1196: il suo obiettivo politico era unicamente quello della successione in Sicilia. Nelle trattative con Innocenzo III accettò le condizioni in materia di politica ecclesiastica imposte dal papa per l’infeudazione sua e del figlio. I documenti erano già stati redatti, ma non ancora consegnati, quando il 27 nov. 1198 Costanza mori. Fonte: © Istituto della Enciclopedia Italiana fondata da Giovanni Treccani – https://www.treccani.it/enciclopedia/federico-ii-di-svevia-imperatore-re-di-sicilia-e-di-gerusalemme-re-dei-romani_(Dizionario-Biografico)/

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